Sulla scia del successo, seppur fugace, del celebre Le Chat Noir a Parigi (del quale abbiamo parlato qui), nel Barri Gòtic di Barcellona venne inaugurata nel 1897 la taverna Els Quatre Gats, in un periodo di straordinario fermento artistico, di tensioni tra le classi sociali, e dalla crescita demografica innescata dalle migrazioni dalla campagna alla città.
Proprio in mezzo a questi venti di cambiamento, le correnti bohémienne varcarono la soglia di Els Quatre Gats, che, dopo un periodo di torpore, riacquistò slancio grazie a una rinascita culturale. Diversi artisti e imprenditori locali, amanti della cultura, concepirono l’idea di creare un luogo a Barcellona destinato a diventare un punto di ritrovo e di discussione per queste tendenze. I promotori di questo progetto includevano Pere Romeu, Ramon Casas i Carbó, Santiago Rusiñol e Miquel Utrillo, tutti profondamente influenzati dall’esperienza di Le Chat Noir.
I quattro gestori di Els Quatre Gats volevano che la taverna fosse conosciuta non solo per il buon cibo e le buone bevande, ma anche per il “cibo dello spirito”, diventando così un ambiente in cui gli artisti potevano incontrarsi per discutere del loro lavoro e delle ultime novità in ambito culturale. In seguito al suo successo tra i giovani artisti di Barcellona, il locale divenne ben presto un crocevia in cui scrittori, pittori e poeti dallo spirito inquieto e uniti dall’amore per il modernismo si ritrovavano per rimanere al passo con le ultime tendenze dalla Ville Lumière e vi organizzavano spettacoli, concerti, mostre d’arte e incontri letterari. Tra questi artisti si distinguevano un diciassettenne Pablo Picasso (che tenne a Els Quatre Gats la sua prima mostra personale) accompagnato dall’amico di sempre Carlos Casagemas, Angel Fernández de Soto (immortalato nel celebre quadro del periodo blu seduto a un tavolo con un bicchiere d’assenzio) e Jaime Sabartés (un altro carissimo amico di Picasso che ne divenne anche uno dei principali biografi).
Questo periodo di fervore culturale coincide con la nascita della cucina moderna che avrebbe poi dato vita alla cucina modernista, caratterizzata dall’internazionalizzazione dei prodotti provenienti dalla Catalogna, grazie all’Esposizione Universale del 1888. Emersero di conseguenza nuove concezioni culinarie, con l’avvento di cibi pronti e l’adozione di tecniche innovative come le conserve industriali. Numerose attività commerciali si adattarono a questo nuovo ritmo imposto dalle donne lavoratrici, rivedendo il loro approccio all’acquisto e contribuendo a plasmare una società consumistica.
Els Quatre Gats fu tra i primi locali a comprendere l’importanza della promozione pubblicitaria e i manifesti fecero la loro comparsa nelle strade della città, unendo la loro funzione artistica a quella promozionale. La taverna si riempì così di gente per lo più della specie cui era diretto il seguente annuncio, stampato in caratteri goticheggianti:
Alle persone di buon gusto, agli abitanti dei due lati delle Ramblas, a chi cerca alimento non soltanto per il corpo ma anche per lo spirito.
Pere Romeu comunica che dal dodicesimo giorno del mese di giugno, in Calle Montesión, nel secondo edificio a sinistra per chi arriva da Plaza de Santa Ana, sarà aperto un locale destinato a offrire gioia agli occhi e squisitezze al palato.
È un locale per epicurei, un focolare per chi ha nostalgia di casa, una galleria per chi cerca le delizie dello spirito, una taverna per chi ama l’ombra del pergolato e l’essenza genuina dei grappoli, una birreria tedesca per quanti cercano il settentrione, un patio andaluso per i meridionali; è una casa di cura per la malattia del nostro secolo, un rifugio di amicizia e armonia per chi cerca albergo sotto il suo tetto.
Nessuno resterà deluso per esservi entrato, al contrario molti rimpiangeranno di esserne rimasti lontani.
La Calle Montesión era una stradina fuori mano al limite settentrionale del vecchio centro, una zona allora poco di monda. La casa era stata progettata dal giovane architetto Josep Puig i Cadafalch, in una certa misura adepto di Gaudí, appassionato seguace del modernismo. Els Quatre Gats aveva un gran numero di travi e di decorazioni in ferro battuto, lavorate nelle forme bulbacee e vegetali dell’Art Noveau, l’arco di ingresso in mattoni e un’atmosfera alquanto teutonica di finto Medioevo, in armonia con i gusti dell’avanguardia di quel tempo a Barcellona, molto influenzata da Wagner e in generale dal Nord, Inghilterra compresa, nonché dalla Francia. Sul retro si apriva una sala per il teatro delle ombre cinesi (come a Le Chat Noir) e delle marionette; la sala era usata anche per mostre.
Pere Romeu, il gestore di Els Quatre Gats e già direttore di un teatro di marionette in Messico, fu tra i primi a riconoscere il talento di Picasso, una giovane promessa con un enorme potenziale e gli commissionò un manifesto pubblicitario proprio per lo spettacolo di marionette, una delle attività più iconiche del locale.
In seguito, nella primavera del 1900, Romeu incaricò Picasso di realizzare il menù, rinnovando la fiducia riposta nel giovane artista. Attraverso vari schizzi preparatori, il pittore ambientò la scena all’interno del locale, con una tavolata dominante e sullo sfondo un caratteristico arco a sesto acuto, elemento distintivo della taverna. Vennero realizzate due versioni definitive, e in una di esse figura un protagonista centrale, l’autentico uomo modernista con un morbido cappello a tesa ampia, capelli lunghi e vesti di velluto.
Nello stesso anno, Picasso dipinse Interno di Els Quatre Gats, raffigurante il poeta Rafael Nogueras Oller seduto con una donna a un tavolo all’interno del locale. Un altro contributo del pittore è rappresentato dal manifesto per promuovere il piatto del giorno del quale rimane solamente il bozzetto preparatorio, poiché non è stata ritrovata alcuna copia della versione pubblicata.
Purtroppo, Romeu non era un grande uomo d’affari e spesso permetteva ad amici e a conoscenti di ordinare cibo a prezzi scontati – a volte non chiedeva loro di pagare affatto. Per questo motivo, Els Quatre Gats chiuse i battenti nel giugno 1903. L’eredità del caffè continuò comunque a vivere grazie agli sforzi di Casas e di Utrillo che continuarono a pubblicare una rivista letteraria ispirata al caffè nei cinque anni successivi alla chiusura del locale. In seguito, dopo la morte di Francisco Franco e l’arrivo della democrazia in Spagna negli anni Settanta, tre uomini d’affari (Ricard Alsina, Pere Moto e Ana Verdeguer) tentarono di portare il caffè al suo antico splendore con una nuova proposta al governo spagnolo, sostenendo che il restauro del caffè avrebbe giovato all’ambiente culturale di Barcellona. Così, nel 1978, Els Quatre Gats fu ufficialmente riaperto al pubblico e tuttora è in attività, sebbene sia diventato più un locale turistico che un luogo di ritrovo per gli intellettuali della città della Catalogna.
Fonti: P. O’Brian, Picasso. Una biografia, 1989, Longanesi, Milano.
The birth of a young promise in the Quatre Gats, Museu Picasso.