«Era la ragazza più bella che avessi mai visto, e la più amabile. […] Anche – naturalmente! – la più innocente».
Il destino di molti scrittori è quello di essere costantemente associati ai loro eroi o alle loro eroine e dunque ricordati attraverso le loro storie. Catherine Sloper di Piazza Washington, Isabel Archer di Ritratto di signora, Milly Theale de Le ali della colomba sono solo alcune delle figure femminili più prominenti all’interno della produzione letteraria di Henry James, ma Daisy Miller, la protagonista dell’omonima novella, si distingue per il suo carattere anticonformista e per la sua audacia al limite del decoro.
Quando uscì a puntate nel corso del 1878, Daisy Miller riscosse un immediato successo per il carattere scandaloso della vicenda, interpretata da molti lettori come un’offesa alle fanciulle americane o una diffamazione dei connazionali all’estero, mentre per altri rappresentava una cautionary tale sui pericoli dell’ambitissimo Grand Tour europeo.
Daisy Miller è una giovane donna americana — ma allo stesso tempo internazionale — caratterizzata da uno spirito di avventura contagioso che la porta a situazioni impensabili e spudorate, spingendosi ben oltre il buonsenso delle donne che la circondano. La incontriamo per la prima volta a Vevey, in Svizzera, insieme al fratellino e alla madre, per poi seguire fino a Roma questo gruppo ristretto di americani in vacanza, mentre il capostipite della famiglia è rimasto a lavorare a Schenectady, la città nei pressi di New York che non è stata capace di insegnare a Daisy quelle regole sociali non dette che tutti danno per scontato. A Vevey, approcciandosi all’americano Winterbourne, Daisy si comporta come avrebbe fatto con qualsiasi altro gentiluomo a Schenectady, e allo stesso modo si comporta anche a Roma, sotto gli sguardi sconcertati delle donne che la circondano.
La protagonista appare come una ragazza forte, ma altrettanto ingenua: ama la propria vita, così come ama ballare, cantare e chiacchierare con chiunque incontri, ma ciò che sembra amare di più sono le attenzioni degli altri, senza però darci il giusto peso e prendendole con troppa leggerezza. La diretta conseguenza della condotta di Daisy è la sua progressiva esclusione dalla società, come si osserva nell’episodio della festa a casa di Mrs. Walker a cui si presenta non in compagnia della madre, ma insieme a Giovanelli, un uomo conosciuto a Roma con il quale era già stata vista in diverse occasioni più o meno appropriate. È dunque simbolico che, quando Daisy si avvicini a Mrs. Walker per salutarla, questa le volga le spalle, così come tutta la società farà da quel momento in poi. È l’inizio della sua fine.
Descritta come una giovane donna innocente, con una fiducia smisurata in se stessa e nel prossimo, Daisy Miller rappresenta a tutti gli effetti il risultato dell’atteggiamento americano nei confronti della donna, espresso in termini più discreti da Harry Whitney McVickar nelle sue illustrazioni per l’edizione del 1892 della novella, mostrando personaggi solitari invece di interazioni sociali che coinvolgono la protagonista. Le sue omissioni, più che i suoi disegni, esprimono le indiscrezioni dei personaggi e assicurano che il lettore non si faccia un’idea sbagliata di Daisy, al contrario di molti suoi contemporanei.
L’edizione illustrata è sfogliabile qui.
Henry James
Daisy Miller
a cura di Donatella Izzo, traduzione di Simone Francescato
Marsilio, 2017, pp. 240
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