Ecco, dunque, Hallam Street, Portland Place, intorno all’anno 1830; ed ecco i Rossetti, una famiglia italiana composta da padre, madre e quattro bambini piccoli. La strada era fuori moda e la casa piuttosto povera; ma la povertà non importava, perché, essendo stranieri, ai Rossetti non importava molto dei costumi e delle convenzioni della tipica famiglia borghese inglese. Conducevano una vita ritirata, si vestivano come volevano, intrattenevano gli esuli italiani, tra cui dei suonatori di organetto e altri compatrioti in difficoltà, e sbarcavano il lunario insegnando, scrivendo e facendo altri lavori saltuari.
Christina Georgina Rossetti nasce a Londra il 5 dicembre 1830. Il padre, Gabriele Rossetti, è un poeta e traduttore italiano, mentre la madre, Frances Polidori, è di origini italiane e inglesi. Questi due cognomi sono particolarmente conosciuti dagli intellettuali di inizio Ottocento: il fratello di Christina, Dante Gabriel Rossetti, è uno dei fondatori del movimento artistico dei Preraffaelliti, mentre suo zio, John Polidori, è non solo il medico personale di Lord Byron ma anche lo scrittore del racconto breve “Il vampiro” che ha introdotto l’omonima creatura leggendaria nella letteratura moderna.
La casa bilingue in cui cresce Rossetti è un luogo animato e ricco di stimoli artistici: la sorella maggiore Maria Francesca è una studiosa di Dante, il fratello maggiore Dante Gabriel è un poeta e pittore, il fratello minore William Michael è un critico e biografo.
A poco a poco Christina si era staccata dal gruppo familiare. Era una fanciulla tranquilla e osservatrice, con il suo percorso di vita già fissato in testa – sarebbe stata una scrittrice – ma al contempo capace di ammirare la superiore competenza dei membri anziani della famiglia.
Spesso Rossetti viene descritta come quieta e allo stesso tempo operosa, come confermato dalle descrizioni della poetessa nella biografia scritta da suo fratello William che ci regala il ritratto di una giovane donna riservata e particolarmente controllata, che ama tenere una fitta corrispondenza con i suoi familiari e con poeti e giovani scrittori.
Ben presto le troviamo una piccola cerchia di amici e la dotiamo di alcune caratteristiche. Detestava le feste. Si vestiva come le pareva. Le piacevano gli amici di suo fratello e quelle piccole adunanze di giovani artisti e poeti che desideravano riformare il mondo, cosa che la divertiva, perché, sebbene così tranquilla, era anche capricciosa e stravagante, e le piaceva prendere in giro le persone pedanti ed egoisticamente solenni. E sebbene volesse diventare una poetessa, aveva ben poco della vanità e della turbolenza dei giovani poeti; i suoi versi sembrano formarsi compiuti e interi nella sua testa e non si preoccupava molto di ciò che veniva detto perché nella sua mente sapeva che erano buoni.
La poetessa è anche membro della Confraternita Preraffaellita a partire dalla sua fondazione nel 1848, ma, probabilmente in quanto donna, non le è concesso prendere parte alle riunioni serali, sebbene i suoi primi scritti vengano diffusi tramite il loro periodico «The Germ». Rossetti raggiunge il grande pubblico qualche anno più tardi con la pubblicazione nel 1862 della sua prima raccolta di poesie intitolata Goblin Market and Other Poems (Il mercato dei folletti e altre poesie).
E sebbene volesse diventare una poetessa, aveva ben poco della vanità e della turbolenza dei giovani poeti; i suoi versi sembrano formarsi compiuti e interi nella sua testa e non si preoccupava molto di ciò che veniva detto perché nella sua mente sapeva che erano buoni.
La poetessa continua a scrivere per il resto della sua vita, pubblicando a partire dagli anni Settanta dell’Ottocento testi di carattere religioso e poesie per bambini. La morte del fratello Dante nel 1882 peggiora ulteriormente le sue condizioni di salute già precarie, spingendola a trascorrere in totale riservatezza i suoi ultimi dodici anni di vita, fino alla morte per cancro il 29 dicembre 1894.