«Arguzia, spesso mescolata con una sottile malizia e una profonda comprensione delle dinamiche tra le persone»: così i critici definiscono lo stile narrativo di Tess Slesinger (1905-1945) che nella recente ondata di rivalutazione delle scrittrici di grande talento è stata in qualche modo trascurata.
Nata e cresciuta a New York, nell’Upper West Side, da genitori immigrati ungheresi di classe media, Tess era una bambina vivace, difficile e propensa a raccontare bugie, tant’è che una volta presentò ai genitori una copia di Pinocchio affermando con convinzione di esserne l’autrice. Fu così che Slesinger iniziò a scrivere storie come forma di rivolta giovanile e in seguito perseguì i suoi interessi letterari prima allo Swarthmore College e poi alla Columbia School of Journalism, dove si laureò nel 1925. In seguito svolse alcuni lavori occasionali e collaborò con il «New York Post» scrivendo recensioni di libri.
Nel 1928, Tess Slesinger sposò il suo compagno di studi Herbert Solow, un brillante esperto di scienze sociali e membro di un gruppo di ebrei di sinistra che lavorava al «Menorah Journal», un periodico che fungeva da organo degli “intellettuali di New York” e che per primo pubblicò i suoi racconti. Proprio sul «Menorah Journal» venne pubblicato “La mamma a cena” (contenuto in Tempo: Presente), un episodio nella vita di una giovane donna che fatica a trovare un equilibrio tra la relazione opprimente con la madre e la sua nuova quotidianità con un marito freddo e razionale, dimostrando il suo interesse nelle più difficili dinamiche tra moglie e marito. Allo stesso modo, il rapporto tra Slesinger e Solow stava attraversando una fase di crisi che culminerà in un divorzio a quattro anni dal matrimonio.
Subito dopo il successo letterario dei suoi numerosi racconti, Slesinger accettò un lavoro come sceneggiatrice a Hollywood, dove conobbe e sposò il suo secondo marito, Frank Davis. La coppia lavorò per la Metro-Goldwyn-Mayer e gli RKO Studios, e prese parte alle attività della nascente Screen Writers Guild e della Lega antinazista. Impegnata ormai nella sua nuova carriera e nel suo ruolo di attivista, Slesinger scrisse pochissimo materiale originale fino alla sua morte.
Riconosciuta come una maestra del racconto breve e paragonata a Dorothy Parker, Virginia Woolf, James Joyce e Katherine Mansfield per la caratterizzazione dei suoi personaggi, le opere di Slesinger sono originali per la sensibilità, l’arguzia satirica e lo stile penetrante, giocoso, ma allo stesso tempo anche commovente. I suoi racconti sono gemme moderniste che hanno goduto di un successo effimero dopo gli anni Trenta: ripubblicati per la prima volta solo negli anni Settanta, sono stati infine riscoperti dopo altri cinquant’anni.
Pubblicati nel pieno della Grande Depressione, i racconti raccolti in Tempo: Presente esprimono la profonda preoccupazione di Slesinger per la vulnerabilità della classe lavoratrice e la tristezza derivante dalle molte speranze deluse degli emigrati europei in America. Queste storie riflettono inoltre il suo interesse per le questioni contemporanee e il suo senso di coscienza sociale, soprattutto all’interno del mondo del matrimonio e della famiglia, concentrandosi su temi reali come la rivalità tra fratelli e il rapporto tra madre e figlia, la relazione tra marito e moglie, l’infedeltà, l’aborto, il divorzio.
Con i nove racconti contenuti in Tempo: Presente, Slesinger ci ricorda che i problemi economici, romantici, esistenziali della vita moderna sono sempre attuali, allora come oggi, in questi tempi così incerti.