Nonostante Thomas Hardy la considerasse «la più grande poetessa del nostro tempo», Charlotte Mew (1869-1928) è rimasta a lungo nell’ombra. Riconosciuta oggi come una figura imprescindibile nella letteratura inglese del primo Novecento, Mew ha saputo esprimere la fragilità e la complessità dell’esistenza umana. In un periodo segnato dalla transizione tra la fine dell’epoca vittoriana e l’inizio di un nuovo secolo, ha affrontato, con una sensibilità unica, questioni esistenziali legate alla natura, alla solitudine e al suo rapporto con Dio.